mercoledì 4 maggio 2011

Pipì a letto

La pipì a letto è uno dei problemi più frequenti nei bambini, soprattutto nei maschietti.
Sono pochi i genitori che danno peso alla cosa e sanno come comportarsi di fonte a questo evento.
Ma, quando preoccuparsi? come intervenire?
Circa la metà dei bambini di 2 anni riesce a passare la notte senza bagnare il letto.
Il disturbo mostra di avere, fino ai 5 anni un tasso di remissione spontanea straordinariamente alto e, in genere, non occorre alcun intervento per venire a capo del problema.
Iniziamo con il dire che è improbabile che un bambino riesca ad apprendere strategie di autocontrollo igienico prima dell'età in cui non riesce a stare in piedi autonomamente; infatti di solito si pensa a togliere il pannolino dai 18 mesi in poi.
In generale, l'educazione alla minzione nel vasino dovrebbe essere organizzata come un gioco, cercando di identificare i segnali del “bisogno” del bambino (gambe incrociate, mani sul pube ecc..) e ponendolo sul vasino.
Il mettere il bambino sul vasino dovrebbe essre accompagnato da spiegazioni su ciò che ci si aspetta da lui, senza eccessive imposizioni, lodandolo per l'eventuale successo ed evitando di punirlo per gli inevitabili “incidenti” o “rifiuti”.
Feci ed urina non dovrebbero essere trattati con disgusto in quanto il bambino, generalmente, mostra di essere particolarmente orgoglioso della sua “produzione” poichè, essendo incontinente fin dalla nascita, non ha le reazioni di schifo ed imbarazzo di fronte ad un eventuale incidente e quindi difficilmente capirà commenti fatti in questo senso.
Quand'è che un genitore si deve preoccupare?
Trovandosi di fronte a un'enuresi ormai consolidata in un bambino di 6 anni o più, è utile consultarsi con il pediatra e successivamente con uno psicologo per un trattamento.
Si parla infatti di enuresi notturna quando un bambino dai 5 anni in poi fa la pipì a letto almeno una volta la settimana.
é questo allora il momento in cui si deve intervenire...dopo i 5-6 anni non è più fisiologico il fare la pipì a letto.
Da un punto di vista medico distinguiamo tra:
1)Enuresi primaria: è il caso in cui il bambino non ha mai acquisito il controllo della minzione.
2)Enuresi secondaria: caso in cui i bambini riprendono a bagnare il letto dopo un lungo tempo di continenza.
L'enuresi primaria è collegata al fatto che il bambino non si sveglia facilmente o non sente lo stimolo.
Questa enuresi monosintomatica non è associata a nessun altro disturbo ed è un sintomo che testimonia l'immaturità del controllo della vescica.

La maggior parte dei bambino soffre di enuresi secondaria; il bambino semplicemente non sente lo stimolo durante il sonno.
Il 15% dei casi presenta un'enuresi secondaria.
Secondaria a cosa?
All'arrivo di un fratellino ad esempio, a una separazione dei genitori, all'inizio della scuola ecc.. insomma ad un evento emotivamente rilevante per il bambino.

Il problema della pipì a letto non si risolve da solo a questo punto: bisogna innanzitutto consultare il pediatra per escludere eventuali disturbi organici.
Per rassicurare i genitori c'è da dire che raramente è associata a problematiche organiche.
Più il problema viene rimandato senza affrontarlo e maggiore è la possibilità che si accumuli tensione sia nei genitori che nel bambino.
Il piccolo si vergogna e perde la fiducia in se stesso diminuendo così la sua autostima.
Cose piacevoli e utili alla crescita diventano sia per il bambino che per il genitore fonte di ansia e preoccupazione come andare in gita scolastica, andare a dormire da un amico o dai nonni.
Per la maggioranza dei genitori l'enuresi notturna significa notti interrotte e lavaggi frequenti.
COme dovrebbe comportarsi un genitore?
-Evitare di irritarsi o di considerare questo disagio come una debolezza del bambino.
-L'avviso di ridurre i liquidi la sera e il portarlo al bagno più volte a notte non serve a migliorare la situazione.
Anzi fare pipì mezzi addormentati peggiora la situazione perchè quello che manca a questi bambini spesso è riconoscere i segnali interni della minzione.

Esistono diversi tipi di trattamenti:
Farmacologico

A volte il pediatra riterrà oppurtuno somministrare al bambino un leggero antidepressivo 6 ore prima dell'eventuale “incidente” notturno con 3 obiettivi:
Rilassare il muscolo che circonda la vescica per renderla più capiente
Aumentare il tono dello sfintere uretrale
Ridurre la profondità del sonno
Tecnica comportamentale

Secondo molti studi medici è la più indicata. Consiste di un sistema di allarme che sveglierà il bambino alle prime gocce di urina emessa. A questo punto il risveglio del bambino deve essere immediato e da sveglio andare in bagno a completare la minzione; se necessario dovrà anche lavarsi e aiutare i genitori a cambiare il letto.
È ovviamente un tipo di terapia che può essere fatto solo dietro controllo di uno specialista che guidi nei vari passaggi.
Comunque il punto cruciale sta nel risveglio immediato in quanto dopo un numero relativamente ridotto di associazioni, il bambino impara a distinguere le contrazioni vescicali che precedono la minzione e a svegliarsi automaticamente.
La terapia durerà circa 2 mesi anche se i risultati sono visibili entro 15 giorni.