mercoledì 29 febbraio 2012

Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività

V. è un bellissimo bambino che frequenta la scuola elementare, la V elementare per l'esattezza.
Mi è stato presentato come un bambino un pò agitato, che non ascolta mai cosa dicono i genitori e le maestre, che a scuola non si impegna, che non sta mai attento in classe, che disturba con molte richieste e continui movimenti.
Quando lo conosco penso proprio che è un bellissimo bambino e sembra pure molto timido. Si presenta, ascolta le cose che dico io, mi sorride tanto che mi sorge il dubbio che tutto quello che mi è stato riferito forse sia stato un pò esagerato.
In realtà bastano pochi minuti e V. inizia a muoversi sulla sedia, a giocare con tutto ciò che ha davanti arrivando a distruggerli, a perdere completamente l'attenzione su ciò che sta facendo, a non ascoltarmi più.

V. è un bambino con deficit di attenzione e Iperattività e non è semplicemente un bambino agitato. Come può fare un genitore a capire quale sia il limite tra la fisiologica agitazione di un bambino e questo disturbo?

Con il termine ADHD (acronimo per disturbo da deficit di attenzione e iperattività) si identifica un disturbo dello sviluppo neuropsichico del bambino che include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività, generati dall’incapacità del bambino di regolare il proprio
comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente, rendendo difficoltosi, e in taluni casi addirittura impedendo, il normale sviluppo.

Non è facile fare una diagnosi per la difficoltà nel tracciare una linea di demarcazione netta tra normalità e comportamenti dovuti a livelli patologici di disattenzione, iperattività e impulsività. Occorre tuttavia tenere
sempre presente che per poter fare una diagnosi certa i sintomi nel bambino devono manifestarsi in almeno due contesti di vita
tra loro diversi (ad esempio casa e scuola), che siano presenti da
almeno sei mesi e che i tratti comportamentali si discostino da
quelli degli altri bambini nelle stesse condizioni e della stessa età.
Inoltre, unitamente agli aspetti sopra citati, è necessario che le
manifestazioni compaiano prima dei 7 anni di età e che abbiano
ripercussioni gravi a tal punto da compromettere il rendimento
scolastico e/o sociale.

Quali sono i sintomi della disattenzione?


E' facilmente distratto, passa da un'attività all'altra, si annoia di un compito dopo pochi minuti, ha difficoltà a focalizzare l'attenzione sull'organizzazione di un compito o di una attività, ha difficoltà a svolgere i compiti autonomamente a casa, spesso perde le cose (tipico perdere matite, gomme e oggetti scolastici, ha difficoltà a seguire le istruzioni.

Quali sono i sintomi dell'iperattività?

Spesso muove le mani o i piedi o si agita sulla seggiola
• Si alza in classe o in altre situazioni dove ci si aspetta che
rimanga seduto;
• Corre in giro o si arrampica eccessivamente in situazioni in cui
non è appropriato (in adolescenti e adulti può essere limitato
ad una sensazione soggettiva di irrequietezza);
• Ha difficoltà a giocare o ad impegnarsi in attività tranquille in
modo quieto;
• È continuamente “in marcia” o agisce come se fosse “caricato
a molla”;
• Parla eccessivamente.

mercoledì 22 febbraio 2012

DONNA E MAMMA: CONCILIARE I DUE RUOLI NON E' SEMPRE SEMPLICE

Proprio la scorsa settimana ho tenuto un incontro presso un asilo nido con alcune mamme su questo tema e, come sempre, mi ha dato modo di riflettere su quella che è la mia esperienza come professionista e come mamma.
Che fatica si fa a conciliare i due ruoli! Quanta energia investita quotidianamente nel faticoso tentativo di essere una brava madre e una buona professionista! Quanta fatica anche passare da un ruolo all'altro nel giro di pochi minuti!
Penso a me che lavoro tutto il giorno con bambini, ragazzini con varie problematiche,a me (come tante altre mamme) che rivesto un ruolo per tutta la giornata, che utilizzo certe tecniche e che poi, nel giro di pochi minuti mi ritrovo a casa con Nicole che desidera la stessa dose di attenzioni, di considerazione, di parole in un momento in cui vorrei soltanto silenzio intorno a me.
Dall'esterno mi sembra un lavoro immenso...poi magicamente trovo ogni sera energie, voglia di "fare" che esce fuori come da un cappello da prestigiatore.
Perchè le mamme hanno una marcia in più; perchè le mamme anche se sono stravolte trovano la forza di giocare, di rotolarsi per terra, di ascoltare e contenere i propri figli...
E' altrettanto vero che, se da una parte l'esperienza della maternità è intimamente connessa allo sviluppo psichico femminile, dall'altra assume un significato preciso in relazione al contesto socio-culturale nel quale la maternità viene vissuta.
E, ancora oggi nella nostra società, la figura femminile è considerata depositaria dell'amore incondizionato, senza riserve: ancora è forte il mito materno simbolo di completezza e infallibilità.
Quando ho detto queste cose alle mamme dell'incontro di cui vi parlavo prima, mi hanno tutte guardate come per dire " vabbè non è mica vero, io non sono vittima di nessun tipo di stereotipo..." poi, analizzando insieme le varie esperienze è emerso invece chiaramente che alcuni stereotipi sono entrati talmente tanto a far parte di noi e della nostra società che neanche ci accorgiamo di esserne vittime.
Quali sono i principali stereotipi relativi alla maternità?

1) essere mamma significa essere perfetta

2)essere mamma vuol dire amare in maniera incondizionata

3)Il sentimento materno è amore allo stato puro

4)nessuna madre prova mai sentimenti negativi nei confronti della propria creatura.

Quanto questi concetti vi condizionano nella vostra esperienza? Quanto sarebbe importante parlare di quanto ci sentiamo a volte stanche, stressate, arrabbiate con i nostri figli? Quanto ci sentiamo imperfette tutti i giorni ma non possiamo ammetterlo di esserlo?

RACCONTATEMI LA VOSTRA ESPERIENZA...INIZIAMO A DIRE COME SONO REALMENTE LE MAMME PERCHè MOSTRARE LE NOSTRE FRAGILITà E LA NOSTRA IMPERFEZIONE NON SIGNIFICA ESSERE MENO BRAVE!